” La fame viene e scompare, ma la dignità una volta persa non torna più!” Diceva nonno Kuzja nel celebre romanzo “Educazione siberiana”.

In Sicilia la fame, più comunemente detta “ppitito”, è strettamente connessa alla perdita di dignità; oltre che in qualche caso estremo, alla perdita dei sensi.

Non tutti sono temprati per resistere a tavola cinque o sei ore senza MAI smettere di mangiare.

Rifiutare una pietanza o una portata a casa di un parente, di un amico o di un conoscente da Messina in giù, può infatti costituire un’onta indelebile per l’eternità.

Il disonore sarà così imponente da essere tramandato di generazione in generazione: voi e la vostra progenie verrete additati con disprezzo come ” gente che non mangia”, se poi disgraziatamente siete anche uomini la faccenda getterà senza alcun dubbio un velo d’incertezza sulla vostra virilità e, di conseguenza, sul vostro presunto orientamento sessuale.

Il vero uomo d’onore siculo non lascia NULLA nel suo piatto, riempito dalle prodigiose mani di donnine che in cucina ci sono cresciute.

Ogni fimmina che si rispetti, considerata tale dopo il primo menarca, (occasione celebrata dalla tribù con doni preziosi di rara bruttezza), deve conoscere a memoria e saper eseguire a regola d’arte l’intero ricettario tipico.

Addestrate come veri soldati, le fimmine si aggirano attorno ai fornelli con le gote imbrattate da strisce di nero di seppia, perché la cucina è una trincea e se sbaglierai a pulire il pesce tutti i masculi di zona sapranno che non sei un buon partito e nessuno ti sceglierà mai come “zita”.

Tutte le portatrici di utero che nella Sicilia Saudita non passano l’addestramento culinario e non vengono valutate ” brazzo di mare” ( donne operose e abili nei mestieri di casa), verranno marchiate con lettere scarlatte e allontanate dal clan come chi viene sorpreso a montare una lampadina in una comunità Amish.

Sono sicula da parte di padre, inutile che vi spieghi quale fu la reazione di nostra signora della Zagara, al secolo -mia nonna- quando dichiarai fermamente che ” toccare il pesce mi faceva senso” gettando un’aura di mistero sul mio orientamento sessuale e un’onta di vergogna sul mio branco per sempre.

Se la tua tribù è sicula e tu non tocchi il pesce #lavitaèdolore

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