Che vi piaccia oppure no, il frigorifero è lo specchio della vostra vita sentimentale.

Che sia colmo di cose che fanno male, straripante di provviste genuine o vuoto come le mutande del vostro ex, resta comunque un attendibile spaccato della vostra sfera emotiva e relazionale.

Il mio, popolato soltanto di qualche birra occasionale, ( quasi sempre sgasata e con quel retrogusto amaro da discount), appare costantemente vuoto, fatta eccezione per quel vecchio barattolo di senape che sono quasi certa che prima o poi se ne andrà autonomamente verso l’immondizia.

La tendenza a conservare prodotti ormai inservibili e scaduti è l’ennesima manifestazione di quell’orribile e becera ostinazione radicata nel profondo, a mantenere rapporti umani guasti, esausti e palesemente nocivi.

E se Max Gazzè mentiva cantando a proposito di ” solitudini passate a farsi da mangiare”, (la realtà è che la solitudine è fatta di pasti a base di yogurt magro consumato direttamente dal barattolo – rigorosamente dopo la data di scadenza – in orari improponibili e con conseguenze devastanti sulla flora intestinale), presumibilmente mentiranno anche tutti coloro a cui spalancherete le porte del vostro freddo armadio di provviste emotive.

Diffidate di coloro che partono dal pericoloso presupposto che voi, mie piccole dame dalle scarpette di cristallo, siete  fragili come vetro di Murano, perché come minimo hanno in serbo per voi un gran finale a base di jarsquatter.

Inutile puntualizzare che con quelle come  noi una conclusione a colpi di dirty sanchez sarebbe scontata ed inutile, dal momento che presumibilmente vantiamo baffi ben più folti ed appariscenti dei loro.

La morale della favola amici è che, comunque vada, non importa chi e come metta mano al vostro frigorifero emozionale perché nel vostro freezer relazionale ci sarà sempre posto per una testa in più.
#leprovvisteemotivesonodolore

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